La storia del laboratorio

Il gruppo di ricerca sulle malattie parassitarie umane, prima la malaria e poi le leishmaniosi, nasce agli inizi degli anni ‘90, dopo il trasferimento dell’Istituto di Microbiologia nell’attuale sede di Via Pascal e l’arrivo della Prof.ssa Donatella Taramelli, Immunologa.
L’incontro con il Prof. Mario Ghione, Microbiologo e Parassitologo, ispirò i primi progetti di ricerca sulla risposta immune innata al parassita malarico e i suoi prodotti.
Negli anni successivi il laboratorio ha sviluppato il know-how per la coltivazione in vitro dei parassiti, sia Plasmodi della malaria sia diverse specie di Leishmania nei differenti stadi di crescita, per lo sviluppo di saggi di sensibilità ai farmaci e lo studio del loro meccanismo di azione, divenendo in breve centro di riferimento in Italia e in Europa, con molte collaborazioni in paesi Africani dove queste parassitosi sono endemiche. Malaria e Leishmaniosi sono malattie tropicali definite “neglette e legate alla povertà” che presentano milioni di casi all’anno, ma non suscitano l’interesse e i finanziamenti elargiti alle malattie del “benessere”.
Il laboratorio si adopera non solo per individuare nuovi strumenti terapeutici o diagnostici ma anche per educare e formare ricercatori provenienti da aree endemiche e consentire una crescita “dal basso” di conoscenza e competenze adeguate.
La ricerca del gruppo di virologia nasce grazie al Professor Pasquale Ferrante la cui attività scientifica è stata, fin dall’inizio, rivolta allo studio dei microrganismi patogeni per l’uomo, con particolare attenzione ai virus ed allo sviluppo ed applicazione di metodiche innovative per la diagnosi, il monitoraggio e lo studio dei meccanismi eziopatogenetici delle malattie virali umane.
Come piace ricordare al Professore, i virus umani e degli animali sono agenti infettivi piccolissimi ed invisibili anche al microscopio.
Nonostante queste dimensioni molto piccole i virus hanno una capacità di evoluzione molto elevata al punto che, come accade ad esempio per i virus informatici che infettano i computer, con grande frequenza si generano nuovi virus. Una scarsa attenzione agli equilibri naturali del nostro pianeta continuerà ad essere un importante fattore di rischio per il diffondersi di nuove infezioni e malattie da virus, come sperimentato per la pandemia causata dal Coronavirus SARS-CoV-2.